Se la terapia manuale osteopatica rappresenta un valido aiuto per il benessere di tutti, è semplice pensare come possa essere determinante per chi di muscoli, tendini e legamenti ne fa il proprio strumento di lavoro quotidiano, ovvero lo sportivo.
Chi scrive questo articolo sa quanto sia vero questo concetto, avendo maturato esperienze sia sul campo, da pallavolista professionista, sia nello staff medico di importanti società, soprattutto di pallavolo e calcio.
«Mi piace paragonare la figura dell’osteopata ad una sorta di “meccanico” degli umani, in grado prima di studiare la statica e la dinamica di un corpo, e poi di correggere mediante tecniche specifiche le tensioni a carico di determinate zone critiche; questo lavoro è fondamentale sullo sportivo per due motivi:
- Perché si possono prevenire infortuni che potrebbero risultare semplicemente da uno scompenso funzionale protratto nel tempo ed esasperato dall’attività e/o dai traumi;
- E soprattutto perché, mettendo in condizione un corpo di muoversi ed esprimersi con la massima elasticità, forza e coordinazione, l’osteopata è in grado di migliorare la performance dell’atleta».
Questo discorso si può allargare dai praticanti professionisti a quelli dilettantistici ed occasionali, che sono ancora maggiormente a rischio.
«Da ex praticante, il contesto sportivo rappresenta per me l’ambito ideale e più piacevole in cui esercitare la mia professione di osteopata; ogni giorno ho l’onore e l’onere di trattare atleti professionisti ed è evidente quanto sia possibile permettere loro di sfruttare al meglio le proprie potenzialità psico-fisiche. Dunque “prevenzione e performance” solo con “tagliando” dall’osteopata di fiducia».